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mercoledì 30 maggio 2012

Le scarpe giuste!


Voglio ricrearvi un'immagine, una sorta di scena tipo che credo ognuno di voi abbia provato almeno una volta.
A colazione da Tiffany (magnifico)
State camminando felicemente lungo una strada della vostra città. Quella strada che più amate, con quei splendidi negozi che molto spesso vi hanno donato grande gioia, con le loro buste capienti. Insomma la vostra via di negozi preferita. Guardate intorno, con un sorriso ebete stampato in faccia, date uno sguardo all'ultima borsa di Louis Vuitton, i nuovi costumi di Yamamay, i jeans di miss sixty, il vestito di Dolce e Gabbana, i pantaloni che alzano il sedere di Liu jo. Vi inebriate di quella miscela particolare di fragranze che si avverte passando davanti ad una profumeria quando, improvvisamente, i vostri occhi cadono lì, proprio su quella vetrina che tanto amate, ed eccole lì: scarpe stupende. All'istante nella vostra mente una frase si formula semplice e concisa “devono essere mie”.
Va bene, avevate deciso niente shopping per oggi. Avevate deciso che per qualche giorno la vostra carta di credito sarebbe rimasta chiusa e protetta nel vostro portafoglio. Per un attimo avevate anche pensato di riporla nel cassetto per essere più sicure, ma quello era stato solo un semplice pensiero formatosi quasi da solo e subito scartato. Avevate deciso di tornare a casa senza buste ma in fondo una bustina sola non può creare problemi. E quelle scarpe poi stanno benissimo con il vestito che vi siete comprate proprio ieri, quindi si può considerare il continuo dello shopping di ieri. Di conseguenza oggi non acquistereste una cosa nuova ma un completamento. Massì, e domani non si acquista per un po', anzi non si esce proprio così il problema è risolto.
Seguendo quella che è per me una regola base “é sempre il momento giusto per un paio di scarpe” entrate nel negozio. Con la speranza nel cuore e con la mano che già prefigura il momento fatato in cui stringerà la busta.
-Salve, vorrei provare il 37 di quelle scarpe in vetrina-
Il commesso vi guarda e vi dà la risposta odiosa, quella che ti lascia l'amaro in bocca, quella che può anche rovinarti una giornata: 
– Mi spiace, mi è rimasto solo il 39!-. 
Le braccia crollano, quasi vorreste piangere, per un secondo maledite il vostro piede che generalmente adorate e iniziate a covare un odio profondo per quel commesso che senza un minimo di tatto vi ha detto che non potete acquistare le scarpe che, improvvisamente, sono diventate quelle dei vostri sogni. Poi un'idea folle si forma nella vostra testa "e se la marca di quelle scarpe avesse delle taglie un po' strane?" Magari calzano così poco che il 39 in realtà corrisponde ad un classico 37, in fondo sono solo due numeri in più. Forse potrebbero essere grandi quel poco che basta per far sì che una soletta risolva il problema. Così in preda a questa folle idea dite al commesso che volete provare ugualmente il 39. Lui vi guarda perplesso, sta per obiettare ma quando vi vede già sedute, con il piede destro nudo e il viso sognante decide di accontentare la folle richiesta di questa sconclusionata cliente, facendo un appunto mentale così che possa scriverlo nel suo bestiario dei clienti.
Faccia perplessa del commesso
Lo vedete tornare con la scatola in mano e vi sembra quasi che scintilli. Vi porge la scarpa. Ignorate la lampante impressione che sia enorme, ve la provate e poi vi alzate in piedi.
Vi guardate allo specchio e vi rivedete bambine, quando indossavate le scarpe di vostra madre e ciabattevate in giro per casa. Decisamente queste scarpe sono troppo grandi per voi, camminarci sarebbe faticoso e chiunque vi vede noterebbe all'istante che non è il vostro numero.
Il piedino della figlia di mia cugina con le scarpe della mamma (chi non l'ha mai fatto?)
A questo punto vi dico cosa faccio io. A malincuore mi tolgo la scarpa, la porgo al commesso che ridacchia sommessamente ed esco dal negozio. Se la scarpa mi piace così tanto da pensarci per tutto il tempo che torno a casa, vado su internet e cerco un luogo dove posso comprare quella perfetta per me. Altrimenti non ci penso più e finisce qui.
Voi invece cosa fate?
Credo che la maggior parte di voi si comporterà come me, rinuncerà alla scarpa nonostante la sua bellezza ma a quanto pare c'è un numero neanche così piccolo di ragazze che scelgono una seconda ipotesi, ossia prendere comunque le scarpe più grandi ed indossarle lo stesso.
L'attrice di Vampire diaries con le scarpe visibilmente più grandi e pure bruttine
Helena Bonham Carter alla prima di Harry Potter mi sembra. Anche qui la scarpa è decisamente più grande.
Sabato scorso sono andata all'inaugurazione di una discoteca ad ostia di cui scriverò un post fra qualche giorno. Guardavo un po' di ragazze intorno a me per scrutare il loro abbigliamento, quando una ragazza ha colpito la mia attenzione per il modo insolito in cui camminava. Ho guardato i suoi piedi e mi sono accorta che indossava una decoltè che sembrava immensa per il suo piedino. Praticamente faceva lo stesso effetto che avrebbe fatto Cenerentola con le scarpe delle sorellastre. Assolutamente scioccata da tale scelta ho iniziato a guardarmi intorno e ne ho viste tantissime di ragazze nella stessa situazione. La camminata è quella tipica da mare, quando si indossano le ciabatte. Ora, è vero che la decoltè è una scarpa un po' infida: se non è fatta più che bene e il piede è un po' irregolare si può incorrere nel problema di “un numero è troppo grande e un altro è troppo stretto”. In questi casi l'ideale è il mezzo numero ma non tutte le marche lo hanno quindi o si desiste o si sceglie tra più stretta e quindi camminare come i fachiri sui carboni ardenti o più lenta e quindi sforzare il polpaccio al massimo per non far scivolare fuori il tallone. Io in questi casi prendo la più stretta e soffro, perché tanto soffrire per le scarpe è un dolce soffrire. Ma non è questa la situazione delle ragazze che vedevo in discoteca, le ragazze in questione avevano scarpe più grandi di un numero se non due. É follia per me. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia testa (quello che mi dice di scrivere e criticare qualcosa ^.^ ) è stato l'affermazione di una ragazza su un programma televisivo “Se una scarpa mi piace la compro anche se di qualche numero più grande. Non mi importa! Se mi piacciono tanto le compro lo stesso e ci vado in giro, tanto lo fa pure Paris Hilton, quindi lo faccio anch'io.
Il piedino da "Cenerentola"  di Paris Hilton
 Bene, tralasciando la scelta della Hilton come modello di vita e tralasciando anche il fatto che mi sembra assurdo che la Hilton possa fare una cosa simile e non tanto perché gli stilisti le creerebbero senza problemi una qualsiasi scarpa su misura ma perché ho letto che Paris ha tutto tranne un piedino da fata, dovrebbe indossare il 43 e quindi trovare una scarpa che le vada lenta lo credo molto difficile il punto è che razza di discorso è? Se la scarpa mi piace tanto la compro lo stesso? Ma che senso ha? Esistono le misure per questo motivo, quella giusta per te la compri quella che ti va grande no. L'ho sempre considerato un concetto ovvio ma forse non lo è così tanto. Ribadisco per tutte quelle che sono incerte sulla fine della scena che vi ho descritto e lo faccio un po' alla maniera di Totò:
Se la scarpa che vi piace non è del vostro numero desistete,
se la mozzarella non fa la goccia desistete,
se gli occhiali che vi piacciono hanno una gradazione diversa della vostra desistete,
se il vestito che vi piace lo vende Pitran e voi siete a mala pena una 40 desistete,
se il costume che volete comprare è di tre taglie più grandi desistete.

martedì 29 maggio 2012

Come l'acqua per gli elefanti

Come molte di voi, immagino, guardo molti film; mi piace andare al cinema, spesso noleggio dvd e delle volte li guardo su sky... quando riesco a trovarli dall'inizio.
Ogni film è, ovviamente, a suo modo diverso dall'altro, non parlo del genere ma di quello che ti trasmette. Ci sono film che ti regalano risate, altri che ti lasciano attaccata alla poltrona per cercare di capire l'intreccio, altri che ti insegnano qualcosa di nuovo, altri ancora che ti spaventano (questi li evito), altri che ti infastidiscono e ti fanno cambiare canale e altri ancora, quelli che preferisco, sono i film che ti raccontano una storia e ti toccano il cuore.  Avete presente? parlo di quel film che quando arriva la parola "fine" vi rendete conto che sul vostro viso c'è un sorriso sognante ed è l'istante in cui pensate "ho fatto proprio bene a guardarlo".
Ecco ieri sera ho visto proprio un film di questo genere: Come l'acqua per gli elefanti.
Il film inizia con un uomo anziano che racconta la sua storia.
Il protagonista Jacob è interpretato da Robert Pattinson. Dimenticate l'essere rigido e pietrificato di Twilight qui è un ragazzo dolce, amante degli animali, in carne ed ossa che se viene colpito sanguina.
  Siamo negli anni '30 nel periodo della depressione e Jacob si ritrova improvvisamente senza casa e senza soldi a pochi esami dalla laurea in veterinaria. In maniera fortuita sale sul treno giusto e grazie alla sua quasi laurea in riesce  trovare lavoro nel circo dei fratelli Benzini, il cui impresario e domatore è un pericoloso ed instabile Cristoph Waltz. Qui conosce la stella del circo la bellissima e magica Marlena alias Reese Whiterspoon. Non so bene come sia possibile ma in questo film sembra proprio una creatura celestiale. Lei è la moglie di August (Waltz) e Jacob, naturalmente se ne innamora.  La vera protagonista del film però è una splendida elefantessa, Rosie, che diventa l'attrazione principale del circo insieme alla stella Marlena e una grande amica di quest'ultima e di  Jacob.






Non saprei dirvi come ma Rosie riesce ad entrarvi nel cuore così tanto da volere che abbia una nomination come miglior attrice protagonista. Naturalmente non vi dico cosa accede poi ma vi consiglio assolutamente di vederlo. La storia vi avvolgerà come una soffice copertina lilla (come la mia) e vi dondolerà fino alla fine lasciandovi con un piccolo senso di vuoto perché non potete continuare a seguire la vita degli artisti del circo ma anche con una dolce sensazione.  é un film che vi lascerà un'infinità dolcezza e come dicevo prima un sorriso sulle labbra. Un film che naturalmente non cambierà la vostra vita e forse non vi insegnare nulla ma vi farà andare a letto con il cuore pieno di amore! Almeno per me è stato così.

lunedì 28 maggio 2012

E saldi siano! ^.^

Sì, lo so è ancora un po' presto per i saldi nei negozi ma io non parlo di quelli ma di quelli online.
Sto in fissa, lo so. Credo che sia il terzo post che metto sullo shopping on line, il fatto è che lo trovo così comodo!
Vi spiego cosa mi succede abitualmente.
Passeggio tra le vetrine, vedo un vestito che mi piace, entro dentro a cercarlo e quando lo vedo appeso  non mi piace più e non mi va di provarlo. Pentendomi poco dopo non lo compro, quando invece sarebbe bastato provarlo per vedere che indosso è più carino di quando è appeso alla cruccia.
 In effetti il mio è un ragionamento un po' illogico ma l'ho già detto di essere atipica, no? 
Tutta questa premessa per dirvi che ho scoperto da poco un'idea geniale del sito esaldi: codici per ottenere degli splendidi sconti sul sito Yoox. Avete presente quel sito di vendita online con vestiti e accessori da capo giro?
 Quelle marche stupende per cui uno stipendio non è detto che basti? 
Bene, Esaldi vi dà la possibilità di comprare con dei magnifici sconti. Ho fatto un giro sul sito di Yoox, tanto per farmi un'idea e ho visto  queste scarpe e questo vestitino che non mi spiacciono affatto, quindi io ne approfitto, è sempre il momento giusto per i saldi, no? 
Vestitino Dolce e Gabbana (molto carino)

Sandalo Michael Kors ("il miglior stilista americano".... questa è una citazione presa direttamente da project Runway il programma di Heidi Klum! ^.^ ) 


Per chi non lo sapesse Esaldi è un sito che si occupa di ricercare in tutto il web i Citydeal presenti e li pubblicano sulla loro pagina così che per noi è molto più facile trovarli e fare shopping. Insomma ci aiutano un bel po' facendoci risparmiare del tempo che possiamo utilizzare a comprare un po' di più. Per maggiori informazioni cliccate qui.
A questo punto sapete che vi dico? Vista la crisi, Esaldi siano!!! 

giovedì 24 maggio 2012

Coincidenze Monelle


Avete presente quei casi di “Serendipity”? Quelle situazioni in cui voi state facendo tutt'altro e vi imbattete in qualcosa che non avevate pensato ma che è una piacevole scoperta?
Stavo sistemando inutilmente le maglie nel mio armadio... dico “inutilmente” perché tanto, per un astruso motivo, anche se ben sistemate appena chiudo il cassetto hanno la capacità di tornare in disordine. É come se la chiusura del cassetto dia il via ad una festa scatenata delle magliette il cui principale scopo è quello di cambiare di posto nel maniera meno probabile.
Comunque le stavo mettendo in ordine quando mi è apparsa tra la mani una maglia di una marca sulla quale stavo riflettendo e ponderando se scriverci o no un post. Non è un segno del destino?
La marca in questione è Monella Vagabonda. Voi avete qualcosa?
Incuriosita sono andata a sbirciare sul web qualcosa di nuovo e ho trovato questi occhiali che mi piacciono tantissimo.

É sicuramente un abbigliamento molto sbarazzino, sfizioso e soprattutto low cost, con la ranocchia in primo piano che mi è tanto simpatica. Ovvio che non è un abbigliamento elegante ma un modo carino e casual per una passeggiata nel pomeriggio.
Tra l'altro è un brand italiano nato anche da non molto il che è, secondo me, un dato positivo.
Ho scoperto in questa maniera anche che hanno aperto un outlet di Monella Vagabonda a Milano, precisamente a San Giuliano Milanese. Un negozio di 200 mq esclusivamente riservato a questa marca all'insegna del risparmio. Quando vedo questi negozi così ampi mi viene tanta voglia di farci un giretto ma sono decisamente troppo lontana.
 Milanesi? Fanciulle milanesi che passate da queste parti, se vi capita di passarci  mi fate sapere com'è il negozio dal vivo! Aspetto vostre info.
La vetrina dell'outlet di San Giuliano Milanese

Voi cosa ne pensate?  

mercoledì 23 maggio 2012

Liebster Blog

Ciao a tutte...
sono un po' emozionata, ho ricevuto un premio carinissimo da Candy Floss che ringrazio pubblicamente!! Grazieeeeee! Il premio è per il Liebster blog che ho capito essere il blog preferito. Sono estremamente lusingata per questo. 
Ho anche deciso di metterlo fisso sul mio blog, ne sono orgogliosa. Consideratelo come una coppa messa in bella esposizione, nella vetrina.
Naturalmente ci sono delle piccole regolette da rispettare ed ecco qui che ve le segnalo:

 -Nominare chi vi ha assegnato il premio (fatto) 
 -Mettere il banner del premio nel proprio blog (fatto, non so se era inteso in senso permanente ma ho atto anche quello)
 -Donarlo a 5 blog con meno di 200 followers (lo sto per fare... siete pronte?)
 -Avvisare chi riceve il premio con un messaggio sul loro blog. (lo farò!)

Ecco i miei blog preferiti...
rullo di tamburi...
trtrtrtrtr 
-Che cos'è?
-é il rullo di tamburi! 
O_O
Va beh a parte i monologhi interiori, vado con i blog che voglio premiare:
Stiletto Glamour (eh lo so che è il secondo, che ci vuoi fare? Sei molto apprezzata)
Ecco qui i miei blog preferiti. ^.^
Auguro una buona giornata a tutte. 

martedì 22 maggio 2012

Vetrine virtuali

Ammetto che forse sono una donna atipica. Amo lo shopping, naturalmente, ma non amo spulciare nei negozi. Praticamente i miei acquisti si svolgono in maniera del tutto casuale: passeggio tra i negozi di Roma, guardo le vetrine senza cercare qualcosa in particolare e se c'è un indumento che attira il mio sguardo entro nel negozio e compro. Provo i capi raramente, solo nel caso mi vada o si tratta di jeans o pantaloni di cui ultimamente non ho una taglia precisa, sono un po' altalenante. 
Partendo da questo presupposto per me i negozi in cui bisogna cercare e scegliere sono da scartare. Al contrario è il mio ragazzo la "donna" della coppia quando si passeggia per fare shopping. Se ha voglia di comprare entra nei negozi che più preferisce e sta lì a cercare, a scartare, a riflettere... una volta scelti i capi più giusti si dirige verso il camerino e li deve provare. Io mi chiedo poi che bisogno abbia di provarsi delle T-shirt classiche, più o meno sono tutte uguali e gli stanno tutte nella stessa maniera. Lui invece deve provare, specchiarsi, farmi vedere e chiedere il mio parere. Vi confesso che molte volte la mia opinione sulla T.shirt bianca con la scritta e la T-shirt nera con la sfumatura è piuttosto casuale, tanto per dire qualcosa. 
 A parte questo adoro fare shopping e farlo on line non mi spiace, è una sorta di vetrina: i vestiti sono indossati e mostrati dopo di che bisogna scegliere solo la taglia. Ogni tanto lo faccio e oltre i soliti siti, da pochissimo ne ho conosciuto uno nuovo: “Giorgia & Johns".
Questa è l'home page del sito.

Ho naturalmente studiato il sito in ogni suo particolare scegliendo tra le varie sezione (abiti, pantaloni, jeans...) ho trovato così molte cosine sfiziose. Non so voi ma quando arriva il caldo io indosso solo abiti: sono veloci, freschi e belli da vedere.


Le varie sezioni 
Entrando nella sezione shop online del sito è bastato cliccare su abiti ed ecco che mi sono ritrovata davanti la mia personale via di vetrine tra le quali scegliere.
Tre vestiti hanno attratto la mia attenzione ed ora ve li mostro qui:
 



E poi mi sono innamorata di questa borsa: voi che ne dite? 

lunedì 21 maggio 2012

Sono in trepida attesa

Ma no! Cosa avete capito? Non in dolce attesa... no no no 
Sono in trepida attesa. Passo le giornate sempre lì, pronta ad aspettare. Ad aspettare che cambi qualcosa, che quella scritta cambi e quel numeretto diventi più scuro. 
Quando avverrà?
Quando arriverà questo giorno verde acqua o meglio suede verde acqua e mi permetta di convolare a giuste nozze?
No no neanche adesso avete capito bene. Non sto aspettando un figlio, né un uomo che mi faccia una qualche proposta... aspetto solo che sul sito Louboutin queste scarpe diventino acquistabili!!!
 Sono pronta a cliccare sopra il mio numero come un leone che attende la preda, come una fan sfegatata che attende che i biglietti del concerto siano on line, come un bimbo che aspetta la mezzanotte del 24 dicembre per aprire i regali, come Carlo Conti che attende l'apertura del centro estetico per fare una nuova lampada... insomma non so più che fare. Dove aver diligentemente messo da parte tutti i soldi per poter acquistare le scarpe dei miei sogni il signor Louboutin mi mette sotto la scarpa la scritta "coming soon" ma quand'è questo "soon" ???? 

venerdì 18 maggio 2012

Una serata indimenticabile...



Ora capisco perché Patty Pravo cantava “ragazzo triste come me...”, mi sono sempre chiesta come una ragazza giovane, come lei all'epoca, famosa e bella potesse essere anche triste, ora è tutto chiaro. Aveva una piena visione del futuro e del degrado a cui sarebbe andata incontro. Momento, non parlo di lei come donna e cantante, ritengo che sia ancora una bella donna con qualche ritocchino qui e lì e una brava cantante anche se devo ammettere che non la sento cantare da qualche anno forse.
“Di cosa stai parlando?” vi starete chiedendo. Parlo di ciò che era intorno alla cara Patty, dei luoghi che frequentava la nostra ragazza del Piper. Ed è proprio qui che volevo arrivare: Il Piper Club.
Un locale che si trova nel cuore d'oro di Roma (e per cuore d'oro intendo una tra le zone di Roma più facoltose: i Parioli), il locale che la ragazza, che girava come una bambola, ha reso famoso. Tutti conoscono il Piper, almeno tutti coloro che abitano a Roma. É nato negli anni '60 ed ha visto al suo interno artisti molto famosi da Patty Pravo e Renato Zero fino ad arrivare addirittura a Kurt Cobain. Insomma un Locale con L maiuscola. Essendo a conoscenza di questi brillanti antefatti come potevo rifiutare una serata in questo luogo e non una serata qualsiasi ma la serata del mio compleanno e di quello di una cara amica?
Ed eccoci qui armate di torta che parcheggiamo davanti al Piper club a mezzanotte. La serata inizia più che bene parcheggio trovato quasi subito nonostante sia sabato sera, è la sera della chiusura del locale e davanti all'entrata c'è una folla piuttosto gremita. Avvicinandoci traballando su tacchi vertiginosi e aggrappandoci alle braccia coperte dalle giacche dei nostri accompagnatori ci ritroviamo a due passi dalla folla e ci rendiamo conto del perché il parcheggio è stato più che facile: la persona più grande in attesa fuori la discoteca è sì venuto con la macchina ma accompagnato da un patentato da circa dieci anni perché con il foglio rosa non si può guidare da soli. Ebbene sì l'età media si aggira intorno ai sedici anni e avendoli superati tutti già da un po' ci guardiamo attorno leggermente a disagio, rendendoci conto di poter essere anche i genitori di alcuni, anagraficamente parlando, magari dei genitori molto giovani. Mi stupisco di non trovare file di motorini o di biciclette ma quando sulla destra noto due signore di età più elevata della media e più elevata della nostra capisco che la maggior parte dei ragazzi che popolano questa discoteca si è fatto accompagnare dalla mamma. Incerti se entrare o meno ci appigliamo ad un'ipotesi al quanto remota ossia i più giovani sono rimasti fuori. Varchiamo la soglia ignorando la scritta esterna “lasciate ogni speranza o voi che entrate”, forse non c'è proprio realmente scritto ma in un qualche girone infernale siamo finiti di sicuro. Scendiamo le scale ed il caldo soffocante aumenta. Il locale si trova sotto terra ed io inizio ad avere problemi di respirazione. “Non ti preoccupare è solo questo punto delle scale ad essere caldo, quando scendete nella sala si sta molto meglio”, sorrido di buon grado aspettando di arrivare in questa sala aerata come dice l'accopagnatrice nonostante mi chieda come si può scendere in un altro girone ed avere meno caldo ma tralascio. Le scale sono affollate ed il fantastico tavolo, grande, spazioso proprio davanti il bancone del bar si rivela essere un paio di divanetti sporchi contornati di persone. Ah, l'ipotesi folle che ci aveva spinto ad entrare si è rivelata assolutamente erronea: il posto pullula di sedicenni o poco più. Sedersi sui divanetti è assai complicato visto che qualcuno si è divertito a camminarci sopra con le scarpe sporche di fango, che poi considerando la serata più che calda e l'assenza di piogge da qualche giorno mi chiedo dove l'abbia preso il fango... che se lo sia portato da casa solo per sporcare un po' i divani?
Almeno però il locale è fresco e si respira molto meglio di come si faceva sulle scale, giusto? Mai cosa fu più sbagliata. Una cappa di calore infernale (scusate sono ripetitiva ma l'aggettivo si confa alla situazione) ricopre tutta la sala, il fumo di sigaretta, nonostante il divieto, aleggia attanagliandoci le vie respiratorie, gli occhi e i vestiti. Non so voi ma i miei capelli prendono gli odori esterni all'istante. L'aria inizia a mancare... anzi diciamo pure che non c'è proprio aria. Ci litighiamo il poco ossigeno che circola e ci ricorda l'unica particella di sodio che vive nell'acqua Lete. Il locale di per sé non è neanche male, soffitti molto alti, balconate stile teatro e divanetti argento, muri bianchi e luci colorate. É un locale forse un po' retrò ma questo era ovvio, forse avrebbe bisogno di qualche ritocchino dopotutto anche la ragazza del Piper è ricorsa ad un simpatico chirurgo estetico, no?Il posto è pieno di ragazzi e a questo punto mi pongo la stessa domanda che mi caratterizza da sempre ma “se si verificasse un piccolo imprevisto dove si può uscire in fretta da questo locale? Dove sono le uscite di sicurezza?” Mi guardo intorno spaurita non trovandone nessuna nelle vicinanze. “Lì in fondo c'è un cartello verde e sotto una porticina minuscola... che sia un'uscita di sicurezza quella?” L'unica uscita intravista è sulle scale il che vuol dire che questa fiumana di ragazzini in caso di emergenza si catapulterebbe sulle scale schiacciandosi l'un con l'altro. Quando percepisco il dj che cerca la sicurezza una frase si forma limpida nella mia testa “devo uscire di qui”. Non mi importa dove andare, a costo di aprire la torta per strada ed accendere la radio della macchina, l'unica cosa che mi interessa è quella di uscire da questo luogo infernale dove l'aria non c'è e ci scambiamo il nostro stesso respiro con gli altri condannati del girone.
Usciamo finalmente e piano piano torno a respirare, i miei vestiti e capelli sono intrisi del fumo della sigaretta ma siamo fuori sani e salvi.
A questo punto è l'una di notte passata la nostra torta è ancora intatta e l'idea che la serata del nostro compleanno (mio e di T) sia persa ci balena nella mente. Un angioletto custode si informa tramite un suo pr di fiducia che il locale in cui si trova lui in quel momento ha un tavolo disponibile e così sapendo che niente sarà peggio ci rechiamo di corsa all'Art cafè dentro Villa Borghese. Già il fatto che intorno ci siano alberi mi dà l'idea di un'aria più pulita. Entriamo nel locale subito, l'aria è fresca e respirabile, l'odore di sigaretta sembra non aver toccato mai le pareti, la musica è splendida e le persone sono piacevoli, educate, divertenti e non hanno il minimo bisogno di mostrare la carta d'identità al bancone del bar (ma io dico non farli entrare i minorenni in discoteca se non puoi servirgli alcolici ed hai bisogno che ti mostrino un documento, no? Parlo di nuovo del Piper). I divanetti sono più spaziosi, parlo del privé, ed il tavolino è piccolino ed illuminato all'interno. Ci rilassiamo, ci sentiamo a nostro agio e balliamo fino alla chiusura del locale. La serata migliora e si trasforma in una serata perfetta.
Art café. Da qui si vedono bene i divanetti e le colonne illuminate che fungono da tavolino
Dall'inferno al Paradiso in pochi minuti.



La torta con il "tavolino" illuminato. Art Café

Tutti noi all'Art Café




P.s. Direi che è interessante anche il fatto che i camerieri, hostess e baristi dell'Art café potrebbero tranquillamente comparire in un catalogo di moda...

mercoledì 16 maggio 2012

Chi è la più bella del reame?


Tutte noi sappiamo chi è Biancaneve, giusto?
La splendida fanciulla con i capelli color dell'ebano e la pelle bianca come la neve... un po' stile dark. Potrebbe essere una fan di Marilyn Manson se non se ne andasse in giro con un vestito giallo e blu. Mi vengono i brividi solo a pensare ad un vestito giallo e blu. Ma non è questo il centro del mio discorso.
Faccio un breve riassunto, sapendo che è quasi inutile: Biancaneve è schiava nel suo castello, in cui regna la sua marigna cattiva che ha come Hobby il guardarsi allo specchio e chiedere ad esso chi è la più bella del reame. E quello, ruffiano come pochi, ripete “Sei tu, o mia regina” meglio di finire in mille pezzi. Poi un giorno colto da spirito di sincerità non può fare a meno di dire che crescendo la cara Biancaneve che lei, la matrigna, ha ridotto a semplice sguattera è più bella di lei. Naturalmente quella povera donna che viveva della sua bellezza si infuria un pochino quando si rende conto che la sua figliastra coperta di cenci è diventata più bella di lei. Diciamo chiaramente che le parte proprio la brocca (modo di dire romano). Mia cara, che ci vuoi fare? É la vita, la bellezza è passeggera: tu invecchi e quella si fa giovinetta di conseguenza diventa più bella di te. Lo specchio in fondo è un uomo che dopo essere stato lusinghiero con una donna gira lo sguardo verso quella più giovane. Dobbiamo farcene una ragione. Ma la nostra cara matrigna non ci sta e decide di fare fuori la bella Biancaneve e via a tutte le varie peripezie per farla fuori.
Ora non so bene per quale motivo ma pare che questa fiaba ultimamente vada molto di moda ed ecco che ne escono due diverse versione cinematografiche: Biancaneve interpretata da Lily Collins e Biancaneve e il cacciatore con Kristen Stewart. Ammetto di non averne vista al momento nessuna delle due ma infatti non sono qui per commentare i due film, sono qui per fare una semplice riflessione.
La fiaba si basa su un fatto principale, che ho appena descritto, ossia che la piccola Biancaneve diventa più bella della Regina sua matrigna e qui scatta l'invidia.
Vogliamo dare un'occhiata alle attrici scelte per queste due parti importanti?
Julia Roberts, matrigna cattiva.
Lily Collins, Biancaneve.
Nel primo caso devo dire che Julia Roberts, nonostante io ritenga sia una bellissima donna, è stata conciata in maniera da sembrare molto perfida e forse non così piacente. La piccola Biancaneve d'altro canto, è carina ed ha in sé le caratteristiche perfette della Biancaneve della fiaba... Ehm che qualcuno le tosi le sopracciglia, però. Approvo con una leggera riserva la scelta.



Nel secondo caso... ma stiamo scherzando? 
Charlize Theron
Kristen Stewart











Ok, ammetto che Kristen Stewart è una bella ragazza, ovvio, mai mi sognerei di dire il contrario ma come si può paragonarla a Charlize Theron? Qual è questo specchio folle che ha il coraggio di dire che la Stewart è più bella della Theron?
Guardando il trailer si intuisce che si parla di bellezza glaciale e di bontà ma comunque il suo specchio dice che non è lei la più bella del reame. Ma per favore.
É netta la differenza anche dando uno sguardo alla prima del film. Date uno sguardo alla perfezione di Charlize si potrebbe mai dire che questa donna è invidiosa di qualsiasi altra in generale?
Charlize Theron, matrigna
Biancaneve
Mah... io due chiacchiere con chi ha scelto il cast le vorrei tanto fare.

Charlize alla prima del film a Londra
Voi che ne dite? A me a guardarle viene in mente una frase di Fuochi d'artificio, il film di Pieraccioni. Dove c'è Milena Miconi che interpreta la sorella del patata (se non ricordo male) che parlando della Lupa (amici del patata) dice "c'hai 'na classe che ce se magna a tutte!" 
Kristen alla prima del film a Londra. Ma ha sempre avuto 'ste orecchie? Qualcuno le dica di stare dritta!! 



Kristen con un vestito trasparente anche per lei di Marchesa.
Charlize con un vestito trasparente di Dior
La classe di Charlize è unica, se poi vicino si ritrova Kristen accartocciata su se stessa con i capelli in disordine diventa pure divina.